Il segreto rivelato ai veggenti di La Salette

Scoperti in Vaticano i Segreti de La Salette
Il "segreto" è tratto - direttamente o indirettamente - dal questo libro che fu pubblicato la prima volta nel 1879 con l'imprimatur del vescovo di Lecce, Mons. Zola. Nonostante questo imprimatur, la Santa Sede condannò, con un decreto del 9 maggio 1923, il libro di Melania iscrivendolo nell'Indice dei libri proibiti. 

Va precisato che la Chiesa non ha condannato il segreto in sé (cioè la parte segreta del messaggio che la Madonna rivelò a Melania nel 1846) ma solo la versione pubblicata dalla veggente nel 1879. Ma già prima del 1923 la Santa Sede aveva cercato di mettere un freno alla diffusione di quella versione del "segreto" e di altre versioni non ufficiali che circolavano a quel tempo, nonché dei tanti scritti che trattavano del "segreto"; si era visto infatti che questi scritti venivano usati da alcuni per attaccare la Chiesa, inoltre le tante illazioni che erano nate su di esso rischiavano di arrecare grave danno alle apparizioni stesse. Per tali ragioni nel 1915 il Santo Uffizio aveva vietato espressamente a chiunque, laici o membri del clero, di studiare o discutere pubblicazioni riguardanti il "segreto di La Salette" senza espressa autorizzazione del proprio vescovo.

La versione del "segreto" pubblicata nel 1879 è sempre stata oggetto di controversie. Alcuni studiosi sono persuasi che il "segreto" del 1879 non sia autentico, o quanto meno che il testo contenga dei rimaneggiamenti e delle aggiunte fatti dalla veggente, parto - si dice - della sua mente (si ritiene che Melania possa essere stata influenzata dalla letteratura apocalittica a cui si interessò negli anni successivi all'apparizione). 

Si consideri infatti che nonostante l'Indice dei libri proibiti sia stato abolito dalla Santa Sede, non è venuta meno la sua "validità morale" e pertanto i divieti e le disposizioni in esso contenuti sono da ritenersi ancora oggi attuali e vincolanti per i fedeli. Infatti, come è stato indicato nella "Acta Apostolicae Sedis" del 1966 e ribadito dal Card. Joseph Ratzinger (che a quel tempo ricopriva la carica di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede) in una sua lettera del 31 gennaio 1985, sebbene l’Indice sia stato abolito esso mantiene "tutto il suo valore morale", pertanto continua a non ritenersi opportuna la diffusione di tutti quegli scritti i quali per i loro contenuti possano costituire un danno per i fedeli "meno preparati".

Tuttavia pochi anni fa uno straordinario ritrovamento ha permesso di gettare una nuova luce sull'annoso dibattito riguardante le diverse versioni esistenti del "segreto" di Melania e quale di queste sia da considerare attendibile. Padre Michel Corteville, il 2 ottobre 1999, mentre svolgeva delle ricerche a Roma per la stesura della sua tesi di laurea su La Salette, ritrovò inaspettatamente presso gli archivi della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant'Uffizio) i documenti originali con i "segreti" di Melania e Massimino. Si trattava dei documenti che erano stati consegnati nel luglio del 1851 a Papa Pio IX. Entrambi recavano il sigillo del vescovo della diocesi di Grenoble, monsignor Philibert de Bruillard.

Su questo importante ritrovamento Padre Corteville ha pubblicato in Francia uno studio in collaborazione con l'insigne mariologo René Laurentin (René Laurentin-Michel Corteville, Découverte du secret de La Salette, Fayard, Parigi, 2002). Lo studio è stato poi proposto anche in Italia nel 2007 da Mons. Antonio Galli in un libro dal titolo "Scoperti in Vaticano i Segreti de La Salette".

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